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     Cosí disse il nocchiero; e mosse a riso
Rinaldo al fin de la sua istoria un poco;
e diventar gli fece a un tratto il viso,
per l’onta del dottor, come di fuoco.
Rinaldo Argia molto lodò, ch’avviso
ebbe d’alzare a quello augello un gioco
ch’alla medesma rete fe’ cascallo,
in che cadde ella, ma con minor fallo.

145
     Poi che piú in alto il sole il camin prese,
fe’ il paladino apparecchiar la mensa,
ch’avea la notte il Mantuan cortese
provista con larghissima dispensa.
Fugge a sinistra intanto il bel paese,
et a man destra la palude immensa:
viene e fuggesi Argenta e ’l suo girone
col lito ove Santerno il capo pone.

146
     Allora la Bastia credo non v’era,
di che non troppo si vantâr Spagnuoli
d’avervi su tenuta la bandiera;
ma piú da pianger n’hanno i Romagniuoli.
E quindi a Filo alla dritta riviera
cacciano il legno, e fan parer che voli.
Lo volgon poi per una fossa morta,
ch’a mezzodí presso a Ravenna il porta.

147
     Ben che Rinaldo con pochi danari
fosse sovente, pur n’avea sí alora,
che cortesia ne fece a’ marinari,
prima che li lasciasse alla buon’ora.
Quindi mutando bestie e cavallari,
Arimino passò la sera ancora;
né in Montefiore aspetta il matutino,
e quasi a par col sol giunge in Urbino.