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     Non sa che far; che né l’oltraggio grave
vendicato ha, né le sue pene ha sceme.
Quel ch’era una festuca, ora è una trave,
tanto gli pesa, tanto al cor gli preme.
L’error che sapean pochi, or sí aperto have,
che senza indugio si palesi, teme.
Potea il primo celarsi; ma il secondo,
publico in breve fia per tutto il mondo.

129
     Conosce ben che, poi che ’l cor fellone
avea scoperto il misero contra essa,
ch’ella, per non tornargli in suggezione,
d’alcun potente in man si sará messa;
il qual se la terrá con irrisione
et ignominia del marito espressa;
e forse anco verrá d’alcuno in mano,
che ne fia insieme adultero e ruffiano.

129
     Sí che, per rimediarvi, in fretta manda
intorno messi e lettere a cercarne:
ch’in quel loco, ch’in questo ne domanda
per Lombardia, senza cittá lasciarne.
Poi va in persona, e non si lascia banda
ove o non vada o mandivi a spiarne:
né mai può ritrovar capo né via
di venire a notizia, che ne sia.

131
     Al fin chiama quel servo a chi fu imposta
l’opra crudel che poi non ebbe effetto,
e fa che lo conduce ove nascosta
se gli era Argia, sí come gli avea detto;
che forse in qualche macchia il dí reposta,
la notte si ripara ad alcun tetto.
Lo guida il servo ove trovar si crede
la folta selva, e un gran palagio vede.