Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/213


quarantesimoprimo 207


36
     Sceso nel lito il cavallier d’Anglante,
il cognato Oliviero e Brandimarte,
col padiglione il lato di levante
primi occupâr; né forse il fêr senz’arte.
Giunse quel dí medesimo Agramante,
e s’accampò da la contraria parte;
ma perché molto era inchinata l’ora,
differîr la battaglia ne l’aurora.

37
     Di qua e di lá sin alla nuova luce
stanno alla guardia i servitori armati.
La sera Brandimarte si conduce
lá dove i Saracin sono alloggiati,
e parla, con licenzia del suo duce,
al re african; ch’amici erano stati;
e Brandimarte giá con la bandiera
del re Agramante in Francia passato era.

38
     Dopo i saluti e ’l giunger mano a mano,
molte ragion, sí come amico, disse
il fedel cavalliero al re pagano,
perché a questa battaglia non venisse:
e di riporgli ogni cittade in mano,
che sia tra ’l Nilo e ’l segno ch’Ercol fisse,
con volontá d’Orlando gli offeria,
se creder volea al Figlio di Maria.

39
     — Perché sempre v’ho amato et amo molto,
questo consiglio (gli dicea) vi dono;
e quando giá, signor, per me l’ho tolto,
creder potete ch’io l’estimo buono.
Cristo conobbi Dio, Maumette stolto;
e bramo voi por ne la via in ch’io sono:
ne la via di salute, signor, bramo
che siate meco, e tutti gli altri ch’amo.