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quarantesimo 185


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     con quel furor l’impetuosa gente,
lá dove avea in piú parti il muro rotto,
entrò col ferro e con la face ardente
a distrugere il popul mal condotto.
Omicidio, rapina e man violente
nel sangue e ne l’aver, trasse di botto
la ricca e trionfal cittá a ruina,
che fu di tutta l’Africa regina.

33
     D’uomini morti pieno era per tutto;
e de le innumerabili ferite
fatto era un stagno piú scuro e piú brutto
di quel che cinge la cittá di Dite.
Di casa in casa un lungo incendio indutto
ardea palagi, portici e meschite.
Di pianti e d’urli e di battuti petti
suonano i vòti e depredati tetti.

34
     I vincitori uscir de le funeste
porte vedeansi di gran preda onusti,
chi con bei vasi e chi con ricche veste,
chi con rapiti argenti a’ dèi vetusti:
chi traea i figli, e chi le madri meste:
fur fatti stupri e mille altri atti ingiusti,
dei quali Orlando una gran parte intese,
né lo potè vietar, né ’l duca inglese.

35
     Fu Bucifar de l’Algazera morto
con esso un colpo da Olivier gagliardo.
Perduta ogni speranza, ogni conforto,
s’uccise di sua mano il re Branzardo.
Con tre ferite, onde morí di corto,
fu preso Folvo dal duca dal Pardo.
Questi eran tre ch’al suo partir lasciato
avea Agramante a guardia de lo stato.