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184 canto


28
     Questi guerrier, e piú di tutti Orlando,
ch’amano Brandimarte e l’hanno in pregio,
udendo che se van troppo indugiando,
perderanno un compagno cosí egregio,
piglian le scale, e qua e lá montando,
mostrano a gara animo altiero e regio,
con sí audace sembiante e sí gagliardo,
che i nimici tremar fan con lo sguardo.

29
     Come nel mar che per tempesta freme,
assaglion l’acque il temerario legno,
ch’or da la prora, or da le parti estreme
cercano entrar con rabbia e con isdegno;
il pallido nocchier sospira e geme,
ch’aiutar deve, e non ha cor né ingegno;
una onda viene al fin, ch’occupa il tutto,
e dove quella entrò, segue ogni flutto:

30
     cosí dipoi ch’ebbono presi i muri
questi tre primi, fu sí largo il passo,
che gli altri ormai seguir ponno sicuri,
che mille scale hanno fermate al basso.
Aveano intanto gli arïeti duri
rotto in piú lochi, e con sí gran fraccasso,
che si poteva in piú che in una parte
soccorrer l’animoso Brandimarte.

31
     Con quel furor che ’l re de’ fiumi altiero,
quando rompe talvolta argini e sponde,
e che nei campi Ocnei s’apre il sentiero,
e i grassi solchi e le biade feconde,
e con le sue capanne il gregge intero,
e coi cani i pastor porta ne l’onde;
guizzano i pesci agli olmi in su la cima,
ove solean volar gli augelli in prima: