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164 canto


36
     Il duca Astolfo e la compagnia bella,
che ragionando insieme si trovaro,
in un momento armati furo e in sella,
e verso il maggior grido in fretta andaro,
di qua di lá cercando pur novella
di quel romore; e in loco capitaro,
ove videro un uom tanto feroce,
che nudo e solo a tutto ’l campo nuoce.

37
     Menava un suo baston di legno in volta,
che era sí duro e sí grave e sí fermo,
che declinando quel, facea ogni volta
cader in terra un uom peggio ch’infermo.
Giá a piú di cento avea la vita tolta;
né piú se gli facea riparo o schermo,
se non tirando di lontan saette:
d’appresso non è alcun giá che l’aspette.

38
     Dudone, Astolfo, Brandimarte, essendo
corsi in fretta al romore, et Oliviero,
de la gran forza e del valor stupendo
stavan maravigliosi di quel fiero;
quando venir s’un palafren correndo
videro una donzella in vestir nero,
che corse a Brandimarte e salutollo,
e gli alzò a un tempo ambe le braccia al collo.

39
     Questa era Fiordiligi, che sí acceso
avea d’amor per Brandimarte il core,
che quando al ponte stretto il lasciò preso,
vicina ad impazzar fu di dolore.
Di lá dal mare era passata, inteso
avendo dal pagan che ne fu autore,
che mandato con molti cavallieri
era prigion ne la cittá d’Algieri.