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trentesimonono 163


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     Ma come poi l’imperïale augello,
i gigli d’oro e i pardi vide appresso,
restò pallido in faccia, come quello
che’l piede incauto d’improviso ha messo
sopra il serpente venenoso e fello,
dal pigro sonno in mezzo l’erbe oppresso;
che spaventato e smorto si ritira,
fuggendo quel, ch’è pien di tòsco e d’ira.

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     Giá non poté fuggir quindi il nocchiero,
né tener seppe i prigion suoi di piatto.
Con Brandimarte fu, con Oliviero,
con Sansonetto e con molti altri tratto
ove dal duca e dal figliuol d’Uggiero
fu lieto viso agli suo’ amici fatto;
e per mercede lui che li condusse,
volson che condannato al remo fusse.

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     Come io vi dico, dal figliuol d’Otone
i cavallier cristian furon ben visti,
e di mensa onorati al padiglione,
d’arme e di ciò che bisognò provisti.
Per amor d’essi differí Dudone
l’andata sua; che non minori acquisti
di ragionar con tai baroni estima,
che d’esser gito uno o duo giorni prima.

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     In che stato, in che termine si trove
e Francia e Carlo, instruzïon vera ebbe;
e dove piú sicuramente, e dove,
per far miglior effetto, calar debbe.
Mentre da lor venía intendendo nuove,
s’udí un rumor che tuttavia piú crebbe;
e un dar all’arme ne seguí sí fiero,
che fece a tutti far piú d’un pensiero.