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160 canto


20
     Furon di quei ch’aver poteano in fretta,
le schiere di tutta Africa raccolte,
non men d’inferma etá che di perfetta;
quasi ch’ancor le femine fur tolte.
Agramante ostinato alla vendetta
avea giá vòta l’Africa due volte.
Poche genti rimase erano, e quelle
esercito facean timido e imbelle.

21
     Ben lo mostrâr; che gli nimici a pena
vider lontan, che se n’andaron rotti.
Astolfo, come pecore, li mena
dinanzi ai suoi di guerreggiar piú dotti,
e fa restarne la campagna piena:
pochi a Biserta se ne son ridotti.
Prigion rimase Bucifar gagliardo;
salvossi ne la terra il re Branzardo,

22
     via piú dolente sol di Bucifaro,
che se tutto perduto avesse il resto.
Biserta è grande, e farle gran riparo
bisogna, e senza lui mal può far questo:
Poterlo riscattar molto avria caro.
mentre vi pensa e ne sta afflitto e mesto,
gli viene in mente come tien prigione
giá molti mesi il paladin Dudone.

23
     Lo prese sotto a Monaco in riviera
il re di Sarza nel primo passaggio.
Da indi in qua prigion sempre stato era
Dudon che del Danese fu lignaggio.
Mutar costui col re de l’Algazera
pensò Branzardo, e ne mandò messaggio
al capitan de’ Nubi, perché intese
per vera spia, ch’egli era Astolfo inglese.