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CANTO TRENTESIMONONO


1
     L’affanno di Ruggier ben veramente
è sopra ogn’altro duro, acerbo e forte,
di cui travaglia il corpo, e piú la mente,
poi che di due fuggir non può una morte;
o da Rinaldo, se di lui possente
fia meno, o se fia piú, da la consorte:
che se ’l fratel le uccide, sa ch’incorre
ne l’odio suo, che piú che morte aborre.

2
     Rinaldo, che non ha simil pensiero,
in tutti i modi alla vittoria aspira:
mena de l’azza dispettoso e fiero;
quando alle braccia e quando al capo mira.
Volteggiando con l’asta il buon Ruggiero
ribatte il colpo, e quinci e quindi gira;
e se percuote pur, disegna loco
ove possa a Rinaldo nuocer poco.

3
     Alla piú parte dei signor pagani
troppo par disegual esser la zuffa:
troppo è Ruggier pigro a menar le mani,
troppo Rinaldo il giovine ribuffa.
Smarrito in faccia il re degli Africani
mira l’assalto, e ne sospira e sbuffa:
et accusa Sobrin, da cui procede
tutto l’error, che ’l mal consiglio diede.