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trentesimottavo 149


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     Ruggier da l’altra parte, ancor che molto
onor gli sia che ’l suo re l’abbia eletto,
e pel miglior di tutti i buoni tolto,
a cui commetta un sí importante effetto;
pur mostra affanno e gran mestizia in volto,
non per paura che gli turbi il petto;
che non ch’un sol Rinaldo, ma non teme
se fosse con Rinaldo Orlando insieme:

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     ma perché vede esser di lui sorella
la sua cara e fidissima consorte
ch’ognior scrivendo stimula e martella,
come colei ch’è ingiurïata forte.
Or s’alle vecchie offese aggiunge quella
d’entrare in campo a porle il frate a morte,
se la fará, d’amante, cosí odiosa,
ch’a placarla mai piú fia dura cosa.

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     Se tacito Ruggier s’affligge et ange
de la battaglia che mal grado prende,
la sua cara moglier lacrima e piange,
come la nuova indi a poche ore intende.
Batte il bel petto, e l’auree chiome frange,
e le guancie innocenti irriga e offende;
e chiama con ramarichi e querele
Ruggiero ingrato, e il suo destin crudele.

71
     D’ogni fin che sortisca la contesa,
a lei non può venirne altro che doglia.
Ch’abbia a morir Ruggiero in questa impresa,
pensar non vuol; che par che ’l cor le toglia.
Quando anco, per punir piú d’una offesa,
la ruina di Francia Cristo voglia,
oltre che sará morto il suo fratello,
seguirá un danno a lei piú acerbo e fello: