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148 canto


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     con patto, che qual d’essi perde, faccia
che ’l suo re all’altro re tributo dia.
Questa condizïon non credo spiaccia
a Carlo, ancor che sul vantaggio sia.
Mi fido sí ne le robuste braccia
poi di Ruggier, che vincitor ne fia;
e ragion tanta è da la nostra parte,
che vincerá, s’avesse incontra Marte. —

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     Con questi et altri piú efficaci detti
fece Sobrin sí che ’l partito ottenne;
e gl’interpreti fur quel giorno eletti,
e quel dí a Carlo l’imbasciata venne.
Carlo ch’avea tanti guerrier perfetti,
vinta per sé quella battaglia tenne,
di cui l’impresa al buon Rinaldo diede,
in ch’avea, dopo Orlando, maggior fede.

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     Di questo accordo lieto parimente
l’uno esercito e l’altro si godea;
che ’l travaglio del corpo e de la mente
tutti avea stanchi e a tutti rincrescea.
Ognun di riposare il rimanente
de la sua vita disegnato avea;
ogniun maledicea l’ire e i furori
ch’a risse e a gare avean lor desti i cori.

67
     Rinaldo che esaltar molto si vede,
che Carlo in lui di quel che tanto pesa,
via piú ch’in tutti gli altri, ha avuto fede,
lieto si mette all’onorata impresa.
Ruggier non stima; e veramente crede
che contra sé non potrá far difesa:
che suo pari esser possa non gli è aviso,
se ben in campo ha Mandricardo ucciso.