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146 canto


56
     Se per adietro abbián perduto, io temo
che da qui inanzi perderen piú in grosso.
Del nostro campo Mandricardo è scemo:
Gradasso il suo soccorso n’ha rimosso:
Marfisa n’ha lasciata al punto estremo,
e cosí il re d’Algier, di cui dir posso
che, se fosse fedel come gagliardo,
poco uopo era Gradasso o Mandricardo.

57
     Ove sono a noi tolti questi aiuti,
e tante mila son dei nostri morti;
e quei ch’a venir han, son giá venuti,
né s’aspetta altro legno che n’apporti:
quattro son giunti a Carlo, non tenuti
manco d’Orlando o di Rinaldo forti;
e con ragion; che da qui sino a Battro
potresti mal trovar tali altri quattro.

58
     Non so se sai chi sia Guidon Selvaggio
e Sansonetto e i figli d’Oliviero.
Di questi fo piú stima e piú tema aggio,
che d’ogni altro lor duca e cavalliero
che di Lamagna o d’altro stran linguaggio
sia contra noi per aiutar l’Impero:
ben ch’importa anco assai la gente nuova
ch’a’ nostri danni in campo si ritrova.

59
     Quante volte uscirai alla campagna,
tanto avrai la peggiore, o sarai rotto.
Se spesso perdé il campo Africa e Spagna,
quando sián stati sedici per otto,
che sará poi ch’Italia e che Lamagna
con Francia è unita, e ’l populo anglo e scotto,
e che sei contra dodici saranno?
Ch’altro si può sperar, che biasmo e danno?