Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/140

134 canto


8
     Di Bradamante, poi che conosciuta
in campo fu, si fe’ letizia e festa:
ogniun la riverisce e la saluta;
et ella a questo e a quel china la testa.
Rinaldo, come udí la sua venuta,
le venne incontra; né Ricciardo resta
né Ricciardetto od altri di sua gente,
e la raccoglion tutti allegramente.

9
     Come s’intese poi che la compagna
era Marfisa, in arme sí famosa,
che dal Cataio ai termini di Spagna
di mille chiare palme iva pomposa;
non è povero o ricco che rimagna
nel padiglion: la turba disïosa
vien quinci e quindi, e s’urta, storpia e preme
sol per veder sí bella coppia insieme.

10
     A Carlo riverenti appresentârsi.
Questo fu il primo dí (scrive Turpino)
che fu vista Marfisa inginocchiarsi;
che sol le parve il figlio di Pipino
degno, a cui tanto onor dovesse farsi,
tra quanti, o mai nel popul saracino
o nel cristiano, imperatori e regi
per virtú vide o per ricchezza egregi.

11
     Carlo benignamente la raccolse,
e le uscí incontra fuor dei padiglioni;
e che sedesse a lato suo poi volse
sopra tutti re, principi e baroni.
Si diè licenzia a chi non se la tolse;
sí che tosto restaro in pochi e buoni:
restaro i paladini e i gran signori;
la vilipesa plebe andò di fuori.