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     e che traean con lor sopra un cavallo
donna ch’al viso aver parea molt’anni,
a guisa che si mena un che per fallo
a fuoco o a ceppo o a laccio si condanni:
la qual fu, non ostante l’intervallo,
tosto riconosciuta al viso e ai panni.
La riconobber queste de la villa
esser la cameriera di Drusilla:

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     la cameriera che con lei fu presa
dal rapace Tanacro, come ho detto,
et a chi fu dipoi data l’impresa
di quel venen che fe’ ’l crudele effetto.
Non era entrata ella con l’altre in chiesa;
che di quel che seguí stava in sospetto:
anzi in quel tempo, de la villa uscita,
ove esser sperò salva, era fugita.

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     Avuto Marganor poi di lei spia,
la qual s’era ridotta in Ostericche,
non ha cessato mai di cercar via
come in man l’abbia, acciò l’abruci o impicche:
e finalmente l’Avarizia ria,
mossa da doni e da proferte ricche,
ha fatto ch’un baron, ch’assicurata
l’avea in sua terra, a Marganor l’ha data:

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     e mandata glie l’ha fin a Costanza
sopra un somier, come la merce s’usa,
legata e stretta, e toltole possanza
di far parole, e in una cassa chiusa:
onde poi questa gente l’ha ad instanza
de l’uom ch’ogni pietade ha da sé esclusa,
quivi condotta con disegno ch’abbia
l’empio a sfogar sopra di lei sua rabbia.