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trentesimosettimo 103


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     Dianzi Marullo et il Pontan per vui
sono, e duo Strozzi il padre, e ’l figlio, stati:
c’è il Bembo, c’è il Capel, c’è chi, qual lui
vediamo, ha tali i cortigian formati:
c’è un Luigi Alaman: ce ne son dui,
di par da Marte e da le Muse amati,
ambi del sangue che regge la terra
che ’l Menzo fende e d’alti stagni serra.

9
     Di questi l’uno, oltre che ’l proprio instinto
ad onorarvi e a riverirvi inchina,
e far Parnasso risonare e Cinto
di vostra laude, e porla al ciel vicina;
l’amor, la fede, il saldo e non mai vinto
per minacciar di strazii e di ruina,
animo ch’Issabella gli ha dimostro,
lo fa, assai piú che di se stesso, vostro:

10
     sí che non è per mai trovarsi stanco
di farvi onor nei suoi vivaci carmi:
e s’altri vi dá biasmo, non è ch’anco
sia piú pronto di lui per pigliar l’armi:
e non ha il mondo cavallier che manco
la vita sua per la virtú rispiarmi.
Dá insieme egli materia ond’altri scriva,
e fa la gloria altrui, scrivendo, viva.

11
     Et è ben degno che sí ricca donna,
ricca di tutto quel valor che possa
esser fra quante al mondo portin gonna,
mai non si sia di sua constanzia mossa;
e sia stata per lui vera colonna,
sprezzando di Fortuna ogni percossa:
di lei degno egli, e degna ella di lui;
né meglio s’accoppiaro unque altri dui.