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98 canto


76
     Poi che ’l fratello al fin le venne a dire
che ’l padre d’Agramante e l’avo e ’l zio
Ruggiero a tradigion feron morire,
e posero la moglie a caso rio;
non lo poté piú la sorella udire,
che lo ’nterroppe, e disse: — Fratel mio
(salva tua grazia), avuto hai troppo torto
a non ti vendicar del padre morto.

77
     Se in Almonte e in Troian non ti potevi
insanguinar, ch’erano morti inante,
dei figli vendicar tu ti dovevi.
Perché, vivendo tu, vive Agramante?
Questa è una macchia che mai non ti levi
dal viso; poi che dopo offese tante
non pur posto non hai questo re a morte,
ma vivi al soldo suo ne la sua corte.

78
     Io fo ben voto a Dio (ch’adorar voglio
Cristo Dio vero, ch’adorò mio padre)
che di questa armatura non mi spoglio,
fin che Ruggier non vendico e mia madre.
E vo’ dolermi, e fin ora mi doglio,
di te, se piú ti veggo fra le squadre
del re Agramante o d’altro signor Moro,
se non col ferro in man per danno loro. —

79
     Oh come a quel parlar leva la faccia
la bella Bradamante, e ne gioisce!
E conforta Ruggier che cosí faccia
come Marfisa sua ben l’ammonisce;
e venga a Carlo, e conoscer si faccia,
che tanto onora, lauda e riverisce
del suo padre Ruggier la chiara fama,
ch’ancor guerrier senza alcun par lo chiama.