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342 canto


100
     Di ciò si ride la Discordia pazza,
che pace o triegua omai piú teme poco.
Scorre di qua e di lá tutta la piazza,
né può trovar per allegrezza loco.
La Superbia con lei salta e gavazza,
e legne et esca va aggiungendo al fuoco:
e grida sí, che fin ne l’alto regno
manda a Michel de la vittoria segno.

101
     Tremò Parigi e turbidossi Senna
all’alta voce, a quello orribil grido;
rimbombò il suon fin alla selva Ardenna
sí che lasciâr tutte le fiere il nido.
Udiron l’Alpi e il monte di Gebenna,
di Blaia e d’Arli e di Roano il lido;
Rodano e Sonna udí, Garonna e il Reno:
si strinsero le madri i figli al seno.

102
     Son cinque cavallier c’han fisso il chiodo
d’essere i primi a terminar sua lite,
l’una ne l’altra aviluppata in modo,
che non l’avrebbe Apolline espedite.
Commincia il re Agramante a sciorre il nodo
de le prime tenzon ch’aveva udite,
che per la figlia del re Stordilano
eran tra il re di Scizia e il suo Africano.

103
     Il re Agramante andò per porre accordo
di qua e di lá piú volte a questo e a quello,
e a questo e a quel piú volte diè ricordo
da signor giusto e da fedel fratello:
e quando parimente trova sordo
l’un come l’altro, indomito e rubello
di volere esser quel che resti senza
la donna da cui vien lor differenza: