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308 canto


104
     Un’altra volta pur per questo venni
teco a battaglia, e non è gran tempo anco;
ma d’ucciderti allora mi contenni,
perché tu non avevi spada al fianco.
Questi fatti saran, quelli fur cenni;
e mal sará per te quell’augel bianco,
ch’antiqua insegna è stata di mia gente:
tu te l’usurpi, io ’l porto giustamente. —

105
     — Anzi t’usurpi tu l’insegna mia! —
rispose Mandricardo; e trasse il brando,
quello che poco inanzi per follia
avea gittato alla foresta Orlando.
Il buon Ruggier, che di sua cortesia
non può non sempre ricordarsi, quando
vide il Pagan ch’avea tratta la spada,
lasciò cader la lancia ne la strada.

106
     E tutto a un tempo Balisarda stringe,
la buona spada, e me’ lo scudo imbraccia:
ma l’Africano in mezzo il destrier spinge,
e Marfisa con lui presta si caccia;
e l’uno questo, e l’altro quel respinge,
e priegano amendui che non si faccia.
Rodomonte si duol che rotto il patto
due volte ha Mandricardo, che fu fatto.

107
     Prima, credendo d’acquistar Marfisa,
fermato s’era a far piú d’una giostra;
or per privar Ruggier d’una divisa,
di curar poco il re Agramante mostra.
— Se pur (dicea) déi fare a questa guisa,
finián prima tra noi la lite nostra,
convenïente e piú debita assai,
ch’alcuna di quest’altre che prese hai.