Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/287


ventesimoquinto 281


96
     Giunsero al loco il dí che si dovea
Malagigi mutar nei carrïaggi.
Era un’ampia campagna che giacea
tutta scoperta agli apollinei raggi.
Quivi né allòr né mirto si vedea,
né cipressi né frassini né faggi,
ma nuda ghiara, e qualche umil virgulto
non mai da marra o mai da vomer culto.

97
     I tre guerrieri arditi si fermaro
dove un sentier fendea quella pianura;
e giunger quivi un cavallier miraro,
ch’avea d’oro fregiata l’armatura,
e per insegna in campo verde il raro
e bello augel che piú d’un secol dura.
Signor, non piú, che giunto al fin mi veggio
di questo canto, e riposarmi chieggio.