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190 canto


88
     Presto si volge, e nel voltar, cercando
con gli occhi va l’amata sua guerriera;
e vien lá dove era rimasa, quando
la prima giostra cominciata s’era.
Pensa ch’andata sia (non la trovando)
a vietar che quel giovine non pèra,
per dubbio ch’ella ha forse che non s’arda
in questo mezzo ch’a giostrar si tarda.

89
     Fra gli altri che giacean vede la donna,
la donna che l’avea quivi guidato.
Dinanzi se la pon, sí come assonna,
e via cavalca tutto conturbato.
D’un manto ch’essa avea sopra la gonna,
poi ricoperse lo scudo incantato;
e i sensi rïaver le fece, tosto
che ’l nocivo splendore ebbe nascosto.

90
     Via se ne va Ruggier con faccia rossa
che, per vergogna, di levar non osa:
gli par ch’ognuno improverar gli possa
quella vittoria poco glorïosa.
— Ch’emenda poss’io fare, onde rimossa
mi sia una colpa tanto obbrobrïosa?
che ciò ch’io vinsi mai, fu per favore,
diran, d’incanti, e non per mio valore. —

91
     Mentre cosí pensando seco giva,
venne in quel che cercava a dar di cozzo;
che ’n mezzo de la strada soprarriva
dove profondo era cavato un pozzo.
Quivi l’armento alla calda ora estiva
si ritraea, poi ch’avea pieno il gozzo.
Disse Ruggiero; — Or proveder bisogna,
che non mi facci, o scudo, piú vergogna.