Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/319


quartodecimo 313


96
     Altrimente il Silenzio non rispose,
che col capo accennando che faria;
e dietro ubidïente se gli pose;
e furo al primo volo in Picardia.
Michel mosse le squadre coraggiose,
e fe’ lor breve un gran tratto di via;
sí che in un dí a Parigi le condusse,
né alcun s’avide che miracol fusse.

97
     Discorreva il Silenzio, e tuttavolta,
e dinanzi alle squadre e d’ogn’intorno,
facea girare un’alta nebbia in volta,
et avea chiaro ogn’altra parte il giorno;
e non lasciava questa nebbia folta,
che s’udisse di fuor tromba né corno:
poi n’andò tra’ pagani, e menò seco
un non so che, ch’ognun fe’ sordo e cieco.

98
     Mentre Rinaldo in tal fretta venía,
che ben parea da l’angelo condotto,
e con silenzio tal, che non s’udia
nel campo saracin farsene motto;
il re Agramante avea la fanteria
messo ne’ borghi di Parigi, e sotto
le minacciate mura in su la fossa,
per far quel dí l’estremo di sua possa.

99
     Chi può contar l’esercito che mosso
questo dí contra Carlo ha ’l re Agramante,
conterá ancora in su l’ombroso dosso
del silvoso Apennin tutte le piante;
dirá quante onde, quando è il mar piú grosso,
bagnano i piedi al mauritano Atlante;
e per quanti occhi il ciel le furtive opre
degli amatori a mezza notte scuopre.