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quartodecimo 311


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     Domanda a costei l’angelo, che via
debba tener, sí che ’l Silenzio truove.
Disse la Fraude: — Giá costui solia
fra virtudi abitare, e non altrove,
con Benedetto e con quelli d’Elia
ne le badie, quando erano ancor nuove:
fe’ ne le scuole assai de la sua vita
al tempo di Pitagora e d’Archita.

89
     Mancati quei filosofi e quei santi
che lo solean tener pel camin ritto,
dagli onesti costumi ch’avea inanti,
fece alle sceleraggini tragitto.
Comminciò andar la notte con gli amanti,
indi coi ladri, e fare ogni delitto.
Molto col Tradimento egli dimora:
veduto l’ho con l’Omicidio ancora.

90
     Con quei che falsan le monete ha usanza
di ripararsi in qualche buca scura.
Cosí spesso compagni muta e stanza,
che ’l ritrovarlo ti saria ventura;
ma pur ho d’insegnartelo speranza:
se d’arrivare a mezza notte hai cura
alla casa del Sonno, senza fallo
potrai (che quivi dorme) ritrovallo. —

91
     Ben che soglia la Fraude esser bugiarda,
pur è tanto il suo dir simile al vero,
che l’angelo le crede; indi non tarda
a volarsene fuor del monastero.
Tempra il batter de l’ale, e studia e guarda
giungere in tempo al fin del suo sentiero,
ch’alla casa del Sonno, che ben dove
era sapea, questo Silenzio truove.