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236 canto


52
     Mentre avea il paladin da questa banda
cosí tenuto i barbari impediti,
eran senza contrasto quei d’Irlanda
da piú parte ne l’isola saliti;
e spenta ogni pietá, strage nefanda
di quel popul facean per tutti i liti:
fosse iustizia, o fosse crudeltade,
né sesso riguardavano né etade.

53
     Nessun ripar fan gl’isolani, o poco;
parte, ch’accolti son troppo improviso,
parte, che poca gente ha il picciol loco,
e quella poca è di nessuno aviso.
L’aver fu messo a sacco; messo fuoco
fu ne le case: il populo fu ucciso:
le mura fur tutte adeguate al suolo:
non fu lasciato vivo un capo solo.

54
     Orlando, come gli appertenga nulla
l’alto rumor, le stride e la ruina,
viene a colei che su la pietra brulla
avea da divorar l’orca marina.
Guarda, e gli par conoscer la fanciulla;
e piú gli pare, e piú che s’avicina:
gli pare Olimpia; et era Olimpia certo,
che di sua fede ebbe sí iniquo merto.

55
     Misera Olimpia! a cui dopo lo scorno
che gli le’ Amore, anco Fortuna cruda
mandò i corsari (e fu il medesmo giorno),
che la portaro all’isola d’Ebuda.
Riconosce ella Orlando nel ritorno
che fa allo scoglio: ma perch’ella è nuda,
tien basso il capo; e non che non gli parli,
ma gli occhi non ardisce al viso alzarli.