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206 canto


48
     quando vide scoprire alla marina
molti navili, e tutti alla sua volta.
Con quei ne vien l’ingiurïata Alcina;
e molta di sua gente have raccolta
per por lo stato e se stessa in ruina,
o racquistar la cara cosa tolta.
E bene è amor di ciò cagion non lieve,
ma l’ingiuria non men che ne riceve.

49
     Ella non ebbe sdegno, da che nacque,
di questo il maggior mai, ch’ora la rode;
onde fa i remi sí affrettar per l’acque,
che la spuma ne sparge ambe le prode.
Al gran rumor né mar né ripa tacque,
et Ecco risonar per tutto s’ode.
— Scuopre, Ruggier, lo scudo, che bisogna;
se non, sei morto, o preso con vergogna. —

50
     Cosí disse il nocchier di Logistilla;
et oltre il detto, egli medesmo prese
la tasca e da lo scudo dipartilla,
e fe’ il lume di quel chiaro e palese.
L’incantato splendor che ne sfavilla,
gli occhi degli aversari cosí offese,
che li fe’ restar ciechi allora allora,
e cader chi da poppa e chi da prora.

51
     Un ch’era alla veletta in su la ròcca,
de l’armata d’Alcina si fu accorto;
e la campana martellando tocca,
onde il soccorso vien subito al porto.
L’artegliaria, come tempesta, fiocca
contra chi vuole al buon Ruggier far torto:
sí che gli venne d’ogni parte aita,
tal che salvò la libertá e la vita.