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settimo 139


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     Di faccia, di parole e di sembiante
sí lo seppe imitar, che totalmente
potea parer l’incantatore Atlante.
Poi si nascose, e tanto pose mente,
che da Ruggiero allontanar l’amante
Alcina vide un giorno finalmente:
e fu gran sorte; che di stare o d’ire
senza esso un’ora potea mal patire.

53
     Soletto lo trovò, come lo volle,
che si godea il matin fresco e sereno
lungo un bel rio che discorrea d’un colle
verso un laghetto limpido et ameno.
Il suo vestir delizïoso e molle
tutto era d’ozio e di lascivia pieno,
che de sua man gli avea di seta e d’oro
tessuto Alcina con sottil lavoro.

54
     Di ricche gemme un splendido monile
gli discendea dal collo in mezzo il petto;
e ne l’uno e ne l’altro giá virile
braccio girava un lucido cerchietto.
Gli avea forato un fil d’oro sottile
ambe l’orecchie, in forma d’annelletto;
e due gran perle pendevano quindi,
qua’ mai non ebbon gli Arabi né gl’Indi.

55
     Umide avea l’innanellate chiome
de’ piú suavi odor che sieno in prezzo:
tutto ne’ gesti era amoroso, come
fosse in Valenza a servir donne avezzo:
non era in lui di sano altro che ’l nome;
corrotto tutto il resto, e piú che mézzo.
Cosí Ruggier fu ritrovato, tanto
da l’esser suo mutato per incanto.