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138 canto


48
     E seguitando, del modo narrolle
che disegnato avea d’adoperarlo,
per trar del regno effeminato e molle
il caro amante, e in Francia rimenarlo.
Bradamante l’annel del dito tolle;
né solamente avria voluto darlo,
ma dato il core e dato avria la vita,
pur che n’avesse il suo Ruggiero aita.

49
     Le dá l’annello e se le raccomanda;
e piú le raccomanda il suo Ruggiero,
a cui per lei mille saluti manda:
poi prese vêr Provenza altro sentiero.
Andò l’incantatrice a un’altra banda;
e per porre in effetto il suo pensiero,
un palafren fece apparir la sera,
ch’avea un piè rosso, e ogn’altra parte nera.

50
     Credo fusse un Alchino o un Farfarello,
che da l’inferno in quella forma trasse;
e scinta e scalza montò sopra a quello,
a chiome sciolte e orribilmente passe:
ma ben di dito si levò l’annello,
perché gl’incanti suoi non le vietasse.
Poi con tal fretta andò, che la matina
si ritrovò ne l’isola d’Alcina.

51
     Quivi mirabilmente transmutosse:
s’accrebbe piú d’un palmo di statura,
e fe’ le membra a proporzion piú grosse;
e restò a punto di quella misura
che si pensò che ’l negromante fosse,
quel che nutrí Ruggier con sí gran cura.
Vestí di lunga barba le mascelle,
e fe’ crespa la fronte e l’altra pelle.