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120 canto


60
     Come fu presso alle sí ricche mura,
che ’l mondo altre non ha de la lor sorte,
lasciò la strada che per la pianura
ampla e diritta andava alle gran porte;
et a man destra, a quella piú sicura,
ch’al monte gía, piegossi il guerrier forte:
ma tosto ritrovò l’iniqua frotta,
dal cui furor gli fu turbata e rotta.

61
     Non fu veduta mai piú strana torma,
piú monstruosi volti e peggio fatti:
alcun dal collo in giú d’uomini han forma,
col viso altri di simie, altri di gatti;
stampano alcun con piè caprigni l’orma;
alcuni son centauri agili et atti;
son gioveni impudenti e vecchi stolti,
chi nudi e chi di strane pelli involti.

62
     Chi senza freno in s’un destrier galoppa,
chi lento va con l’asino o col bue,
altri salisce ad un centauro in groppa,
struzzoli molti han sotto, aquile e grue;
ponsi altri a bocca il corno, altri la coppa;
chi femina è, chi maschio, e chi amendue;
chi porta uncino e chi scala di corda,
chi pal di ferro e chi una lima sorda.

63
     Di questi il capitano si vedea
aver gonfiato il ventre, e ’l viso grasso;
il qual su una testuggine sedea,
che con gran tarditá mutava il passo.
Avea di qua e di lá chi lo reggea,
perché egli era ebro, e tenea il ciglio basso;
altri la fronte gli asciugava e il mento,
altri i panni scuotea per fargli vento.