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90 iv - capitoli

XII

Trascurato dalla sua donna, sparge amare querele per quei luoghi che furono testimoni del suo amore, ché il ricordo della felicitá perduta non gli dá piú requie.

     O lieta piaggia, o solitaria valle,
o culto monticel, che mi difendi
l’ardente sol con le tue ombrose spalle;
     o fresco e chiaro rivo che discendi
5nel bel pratel fra le fiorite sponde,
e dolce ad ascoltar mormorio rendi;
     o se driade alcuna si nasconde
tra queste piante, o s’invisibil nuota
leggiadra ninfa ne le gelide onde;
     10o s’alcun fauno qui s’aventa o arruota,
o contemplando stassi alta beltade
d’alcuna diva a mortali occhi ignota;
     o nudi sassi, o malagevol strade,
o tenere erbe, o ben nodriti fiori
15da tepide aure e liquide rugiade;
     faggi, pini, ginevri, olive, allori,
virgulti, sterpi o s’altro qui si truova
ch’abbia notizia de’ mie’ antiqui amori,
     parlar, anzi doler con voi mi giova;
20che, come al vecchio gaudio, testimoni
mi siate ancora alla mestizia nuova.
     Ma pria che del mio mal oltra ragioni,
dirò ch’io sia, quantunque de’ mie’ accenti
vi devrei esser noto ai primi suoni;
     25ch’io solea i miei pensier lieti e contenti
narrarvi e mi risposero piú volte
li cavi sassi alle parole attenti.
     Ma stommi dubbio che l’acerbe e molte
pene amorose sì m’abbiano afflitto,
30che le prime sembianze mi sien tolte.