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86 iv - capitoli

     Madonna non è qui ch’intender possa
il miserabil caso e che l’esangue
cadavero portar vegga alla fossa;
     onde forse pietá, ch’ascosa langue
nel freddo petto, si riscaldi e faccia
d’insolito calor arderle il sangue.
     Ché, s’ella ancor l’esanimata faccia
mira a quel punto, ho quasi certa fede
ch’esser non possa che piú il corpo giaccia.
     Se del figliuol di Iapete si crede
ch’a una statua di creta, con un poco
del febeo lume, umana vita diede;
     perché non crederò che ’l vital fuoco
susciti ai raggi del mio sol, qui dove
troverá ancor di sé tepido il luoco?
     Deh! non si venga a sí dubbiose prove;
piú sicuro e piú facile è sanarmi
che costringer i fati a leggi nòve.
     Se pur è mio destin che debbia trarmi
in scura tomba questa febre, quando
non possa voto o medicina aitarmi,
     signor, per grazia estrema vi dimando
che non vogliate da la patria cara
che sempre stian le mie reliquie in bando;
     almen l’inutil spoglie abbia Ferrara,
e su l’avel che le terrá sotterra
la causa del mio fin si legga chiara:
     — Né senza morte talpe da la terra,
né mai pesce da l’acqua si disgiunge,
né potè ancor chi questo marmo serra
     da la sua bella donna viver lunge. —