Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/89


iv - capitoli 83

     Ma scopri pur finestre, usci e pareti;
non avrá forza il tuo bastardo lume
che possa altrui scoprir nostri secreti.
     O incivile e barbaro costume!
35ire a quest’ora il popolo per via,
ch’è da ritrarsi alle quiete piume.
     Questa licenzia sol esser devria
alli amanti concessa e proibita
a qualunque d’Amor servo non sia.
     40O dolce sonno, i miei desiri aita.
Questi Lincei, questi Argi c’ho d’intorno,
a chiuder li occhi ed a posar invita.
     Ma priego e parlo a chi non ode; e ’l giorno
s’appressa in tanto, e senza frutto, ahi lasso!
45or mi lievo, or m’accosto, or fuggo, or torno.
     Tutto nel manto ascoso, a capo basso,
vo per entrar; poi veggio appresso o sento
chi può vedermi, e m’allontano e passo.
     Che debb’io far? che posso io far tra cento
50occhi, fra tanti usci e finestre aperte?
O aspettato in vano almo contento,
     o disegni fallaci, o speme incerte!