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LX. — [Herculis Strozzae epitaphium]. Epitafio ispirato dalla tragica morte dell’amico E. S |||
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LXI. — Zerbinati epitaphium. Fermati, o passeggero |||
   » 227
LXI bis. — Epitaphium Francisci Gerbinati |||
   » 228
LXII. — Ad Fuscum. Si compiace col giovanetto Fusco degli onori che gli sono stati conferiti |||
   » 229
LXIII. — [De Raphaele Urbinate], In morte di Raffaello d’Urbino |||
   » 229
I.XIV. — Ad Alphonsum Ferrariae ducem III. Ippolito, nuovo Polluce, con la sua morte salvò la vita al fratello Alfonso |||
   » 230
LXV. — Piscarii epitaphium. Chi giace sotto questo freddo marmo? |||
   » 231
LXVI. — [Oliva]. In tale compagnia non sto bene io, sobria, casta e timida |||
   » 231
LXVII. — [De populo et vite]. Parla un pioppo cresciuto con una vite nell’orto dell’autore |||
   » 232
LXVIII. — Domus a se conditae epigraphe. Piccola, ma a me adatta |||
   » 232
LXIX. — [De paupertate]. Umile la mia casetta, ma non la disdegnare, ospite |||
   » 232
LXX. — [Sine titulo]. Dov’era una boscaglia ecco oggi il mio giardino |||
   » 233
LXXI. — Franciscus Maria Molsa Mutinensis. L’amore lo uccideva, ma la poesia lo ha immortalato |||
   » 233

APPENDICE PRIMA

LIRICHE DUBBIE

I

CANZONE

Lupi affamati si sono rovesciati su í’ Italia, spargendo il terrore, la distruzione, la morte. Mantova, con accenti di desolazione, invoca aiuto; risponde Roma con grida disperate e imprecando al cieco Pastore della Chiesa, che, per insano amore verso i parenti, trascina alla rovina il papato e l’Italia |||
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