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liriche apocrife | 303 |
II
SONETTI
I
[G. Muzzarelli]
Le «saette di che Amor m’ha morto» sono...
I dolci basci e replicati spesso,
mille tronchi, amorosi e brevi detti,
tenersi i volti e corpi insieme stretti,
suggersi de le labbra il core espresso;
un languir dolce, un mormorar somesso,
un star dubioso in qual de’ nostri petti
sian l’alme proprie e ’n gli ultimi diletti
non saper de noi dui chi sia se stesso,
gli occhi ebbri del piacer, a voi mirando,
strugersi a fatto, e al fin pien di lassezza
travagliando con voi giongere in porto;
vanegiar ambedui, nel fin tremando
d’una pari inefabile dolcezza,
son le saette di che Amor m’ha morto.