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liriche dubbie 275

VI

STANZE

Ardisce cantare le bellezze della sua donna che il cielo formò vincendo se stesso e la natura: tanto essa è superiore a ogni lode poetica e a ogni creatura umana.

1
     Donne gentil, ch’a maraviglia belle
prendete qualitá da la mia diva,
come fanno dal sol tutte le stelle,
ond’è l’alto splendor che quelle aviva,
Amor mi piove al cor dolci favelle,
sì che convien che di Madonna scriva;
datemi aiuto, voi ch’avete luce
da quel lume divin ch’oggi piú luce.
2
     Ben vorrei non pur, donne, il lume vostro,
ma di Febo anco i luminosi rai;
ché, s’io debbo ritrar cosí bel mostro,
che simil non fu visto in terra mai,
bisogna un ciel di lume, un mar d’inchiostro;
e per scriver il tutto a penna è assai;
ma, s’il tutto non dico, è mio l’errore
e non diffetto alcun del suo valore.