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260 appendice prima

     guance, rose vermiglie e matutine,
labra, al viver d’altrui grato divieto,
denti, chiostro d’amor, caro e segreto,
vòlto in cui sol beltá pose il suo fine;
     gola, alabastro puro, ond’io m’avivo,
seno e latte in dui pomi freschi accolto,
man da legar il mondo e averlo a schivo
     parole da svegliar un uom sepolto,
accoglienze da far un marmo vivo,
contento son che ’l cor m’abbiate tolto.

III

Speme e Timore in lotta «per un’alma gentil».

     Per un’alma gentil Speme e Timore
fan guerra insieme e il campo in me preso hanno;
e combattendo il cor giudice fanno
del piato lor c’han per cagion d’Amore.
     Speranza, armata d’amoroso ardore,
dice ch’io scopra il mio sepolto affanno;
Timor, c’ha dubbio del futuro danno,
risponde che ’l tacer sia per migliore.
     Il cor, che l’una e l’altra ragion sente,
pensa e sospira e tra se stesso alterne
ed or all’un ed or all’altro assente.
     Chi vincerá di lor non è chi scerne,
ché l’uno e l’altro forte esser si sente;
intanto io manco in queste guerre eterne.

IV

In aspra lotta Ragione e Senso «per cagion d’Amore».

     Aspra guerra e crudele insieme fanno
Ragione e ’l Senso per cagion d’Amore.
L’un e l’altro mostrar vorrebbe al core
l’un un dolce languir, l’altra il suo danno.