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170 | vi - stanze |
5
Qua con molta arte e con piú forza lotta
e con robusti gioveni si afferra;
par che abbattuti giá n’abbia una frotta
e s’apparecchi a poner li altri in terra;
lá par ch’egli abbia piú d’un’asta rotta,
armato in simulacro d’aspra guerra,
a piè e a cavallo con ogni arma destro,
di tutti li altri e principe e maestro.
. . . . . . . . . . . . .
6
Vedesi altrove che non pur conserva
Ferrara, ma ’l dominio le proroga,
absente Alfonso, e quando la proterva
barbarie intorno ogni cittá soggiuoga,
franca la tien fra tutta Italia serva,
ma quante armato e quante volte in toga
Ippolito si veggia a fatti degni
lungo fora a cercar per tutti i segni.
. . . . . . . . . . . . .
VIII
(Furioso, XIV)
1
Ma tu, gran Padre, ch’esser déi ’l primiero
a cacciar da l’Italia queste arpie,
perché, lasciato il dritto e ver sentiero,
ivi le chiami per diverse vie?
perché non segui ’l bon Silvestro e Piero?
Che fan tanti cavalli e fanterie?
Oimè! ch’or mette Italia in tanti affanni,
ch’uscir non ne potrá molt’e molt’anni.