Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/165


vi - stanze 159

43
     Con l’aiuto de’ greci il santo padre
ciò che perduto avea, tutto racquista.
Move Guglielmo le sicane squadre,
caccia le greche e fa la Puglia trista.
Vien Federico, ch’alla santa madre
Chiesa ed al clero par nemico in vista;
ché ’l dí che la corona in Roma tolle,
l’empie di sangue ed arde il santo colle.
44
     Move con l’arme e con lo scisma guerra
al pontefice sommo e spoglia Ancona;
distrugge Asti e Melan gitta per terra,
torna due volte a saccheggiar Tortona;
Susa ruina, indi Alessandria serra
di lungo assedio e fa tremar Cremona.
Enrico, il figlio di costui, poi vedi
mosso da Celestin contra Tancredi.
45
     Vedi Costanza che la sacra benda
par che col regno di Sicilia mute;
e che ’l figliuol pupillo si difenda
contra Otton quinto, e ’l gran pastor l’aiute.
Vi puoi veder ancor che premio renda
poi Federico a chi fu sua salute;
e ch’oltra il regno dell’avol Ruggiero
gli dia la corona anco de l’impero.
46
     Manda da un lato ad occupar Fuligno,
da l’altro a saccheggiar tutto il Piceno;
dá in pegno il Marso, l’Ernico e ’l Peligno
a’ mori suoi, de’ quali ha ’l campo pieno;
da la cittá che pria Cesar maligno
sentí alla patria, usurpa fino al Reno.
Né castel lascia, né in Italia luoco
dove sedizion non metta e fuoco.