Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/16

10 i - canzoni



     L’aver voi conoscenza
di tanti pregi vostri
che siate per mirare unqua sí basso
30mi dá gran diffidenza;
e ben che mi si mostri
di voi cortesia sempre, pur, ahi lasso!
non posso far ch’un passo
voglia andar la speranza
35dietro al desir audace.
La misera si giace,
ed odia e maledice l’arroganza
di lui, che la via tiene
molto piú lá che non se li conviene.


     40E questo che io temo ora,
non è ch’io non temessi
prima che sí perdessi in tutto il cuore;
e qual diffesa allora,
e quanto lunga io fêssi
45per non lasciarlo, è testimonio Amore.
Ma il debole vigore
non puote contra l’alto
sembiante e le divine
manere e senza fine
50virtú e bellezza, sostener l’assalto;
cosí il cuor persi e seco
perdei il sperar d’averlo mai piú meco.


     Non sería giá ragione,
che per venire a porse
55in vostre man devessi esservi a sdegno;
se n’è stato cagione
vostra beltá, che corse
con troppo sforzo incontro al mio disegno.