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150 vi - stanze

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     Benevent’arde e Napoli saccheggia;
fra un mare e l’altro ogni cittá si rende;
si volta a Roma e d’ogn’intorno asseggia,
e con la fame in tal modo l’offende
che ’l popul, che non sa come proveggia,
l’un l’altro mangia; all’ultimo la prende,
e presa mette, senza guardar luoco
sacro o profano, a sacco, a ferro, a fuoco.
8
     Giustinian manda di nuovo il greco
essercito e ne fa Narsete guida;
che par che, tolti i longobardi seco,
duo re de’ goti l’un dopo l’altro uccida;
ma poi di sangue e d’ira fatto cieco,
chiama Albuino e di Pannonia il snida;
e quel, crudele e ingordo alla rapina,
veneti e insubri spoglia, arde e ruina.
9
     Arde Pavia e Melan getta per terra;
par ch’egli ucciso poi sia da la moglie;
onde all’Italia ogniun corre a far guerra,
e ne riporta ogniun trionfi e spoglie.
Si vede poi da l’Alpe che la serra,
che molta gente al pian qui si raccoglie,
a preghi mossa di Maurizio Augusto,
che vuol cacciarne il longobardo ingiusto.
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     Ma le cose succedono diverse
dal suo sperar; ché inanzi al longobardo
le gente franche van rotte e disperse,
per fortuna e valor d’Eutar gagliardo;
del qual si veggon poi l’arme converse
verso Oriente e corso il suo stendardo
da’ piè de’ monti al mamertino lido,
e par che s’oda, ovunque vada, il grido.