Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
I
Descrive il vivo stupore e dolore suscitato dalla scoperta della congiura ordita da don Giulio e da don Ferrante d’Este contro Alfonso e Ippolito (maggio 1506).
Interlocutori: Tirsi e Melibeo
tirsi
Dove vai, Melibeo, dove sì ratto,
or che da’ paschi erbosi alle fresche onde
col gregge anelo ogni pastor s’è tratto;
or che non pur crolar vedi una fronde,
5or che ’l verde ramarro all’ombra molle
de la spinosa sepe si nasconde?
Non odi che risuona il piano e il colle
del canto de la stridula cicada?
non senti che la terra e l’aria bolle?
melibeo
10Tirsi, qualor bisogna andar, si vada;
né si resti per caldo né per gelo,
né per pioggia né grandine che cada.
Anch’io saprei sotto l’ombroso velo
d’un olmo antico o d’un fronzuto faggio
15godermi sin che si temprasse il cielo;
ma piú che vinti miglia ho di viaggio,
e qui, prima che sia l’ora di aprire
alle lanose torme, a tornare aggio.