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iv - capitoli 121

     Lui d’un glorioso incepto non si pente,
lei mille fiate al dií vole e non vole,
lui tenerezza, lei durezza assente.
     Lui proferisce sol dolci parole,
35lei crudi accenti in ogni parte efonde,
lui di mal far, lei del ben far si dole.
     Lui il so’ diletto quanto pò nasconde,
lei vaga è di mostrar il suo cordoglio,
lui siegue il mezo e lei cerca le sponde.
     40Io per me in pace tutto il fèle accoglio
di questa vipra, tanto stimo un sguardo
di quella, per cui moro e non mi doglio.
     Confesso ben che un amoroso guardo
tanto di quel venén mortal diventa,
45sí che poi vene ogni rimedio tardo.
     Non so come ogni cor non si spaventa,
come alcun dura in amorosa corte
quando il furor di questa si rumenta,
     onde s’amorta vita e aviva morte.