Dico che ’l giorno che di voi m’accesi
non fu il primo che ’l viso 25pien di dolcezza e li real costumi
vostri mirassi affabili e cortesi,
né che mi fossi aviso
che meglio unqua mirar non potea lumi;
ma selve, monti e fiumi 30sempre dipinsi inanzi al mio desire,
per levarli l’ardire
d’entrar in via, dove per guida porse
io vedea la speranza star in forse.
Quinci lo tenni e mesi ed anni escluso, 35e dove piú sicura
strada pensai, lo volsi ad altro corso;
credendo poi che piú potesse l’uso
che ’l destin, di lui cura
non ebbi; ed ei, tosto che senza morso 40sentissi, ebbe ricorso
dove era il natural suo primo instinto;
ed io nel labirinto
prima lo vidi, ove ha da far sua vita,
che pensar tempo avessi a darli aita.
45Né il dí, né l’anno tacerò, né il loco
dove io fui preso e insieme
dirò gli altri trofei ch’allora aveste,
tal che apo loro il vincer me fu poco.
Dico, da che ’l suo seme 50mandò nel chiuso ventre il Re celeste,
avean le ruote preste
de l’omicida lucido d’Achille
rifatto il giorno mille,
e cinquecento tredeci fiate, 55sacro al Battista, in mezo de la estate.