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Bagnata, e specialmente de mio patte, vedendolo uomo spitituale, e cum li teligiosi de la nostta chiesia spesso ne’ festivi giorni cantare li divini offici. Del che mio patte avendo gran piacere, per caritá spesso el recomandava al patrone, quantunque non bisognasse, perché ogni giorno l’avea piú caro. Or advenne fra un certo tempo che, existendo alquanti omini d’arme de valore avanti la porta del Castello a rasonare de varie cose, uno de loro, il cui nome era Millimatti, guardando da capo a piedi a questo pagio, che stava drieto al patrone reverente, disse: — Rosello, questo tuo pagio pare femina, e cusi il credo, perché ha le gambe de donna. — A le cui parole la giovene venendo alquanto rossa, non perché il parlare intendesse, ma temendo non essere per femina cognosciuta, sospectosa dimorava. Rosello, notando le pòrte parole né respondendo a quelle, entrò in altro parlamento. Venuto adunque la sera, e giunta l’ora de prender li nocturni reposi, essendo Rosello in camera e recordandose de le audite parole de Millimatti, deliberò de quelle vedere effecto. Onde, come la giovene l’ebbe discalziato, gli fece subito intendere cum cenni che ella ancora se discalziasse. Costei, intendendo questo comandamento e parendoli rigido e strano, glie cominciò a battere il core, perché mai se era discalciata né ita prima a lecto del patrone, né ancora cum lume, adziò cognosciuta non fusse. E facendo lei pur vista de non intendere, e stando in farsetto, e mostrando cum discreta aptitudine el maghetto di stoppa, che avea facto a modo de una bona gorga de falcone, dove natura venne manca al sexo feminile, per questo Rosello non mancava che cum cenni e cum parole non recapitulasse che costei se discalziasse. La quale, vedendo l’essere feminino piú nascondere non potere, venendoli le lacrime agli occhi, se gettò in genochioni a terra e, cum le braza in croce dimandando mercede, in suo idioma glie manifestò cum onesti nuti e acti lei essere femina e non uomo. La quale cosa vedendo Rosello, e tutto de pietate accendendose, la fece levare in piedi, e stando fra sé per grandissima amirazione suspeso, e non senza stimoli mentali de l’umana fragilitade, e mirando cum acuto occlúo costei, e vedendola vaga e gli occhi suoi belli de onestá