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insensata. — Per certo — dicea il protonotario, — tu debbi essere inibriaco, dipoiché don Baptista è resuscitato. Io non vedo nulla.— Come! Non lo vedeti voi qui? Questo è epso. — E iratamente glielo spigneva adosso. Ultimamente, essendo quivi tutta la casa concorsa, se levarono si alte le risa, che de quelle tutto il palazo ribombava; e tal per il forte ridere credette ismaselare, e tal fue audito evaporare di sotto come .scopieto. Alora, in questo furore de ridere, don Baptista presto del solacio se tolse e tornosse a casa tutto sacassato. Come il schernito don Ateon senti le grandi risa, pianse, vedendose essere gabato, secundo lui, per sua benigna ed umana natura, me ha decto. E ratificare questo cum molti altri piacevoli accidenti, che per brevitá non scrivo, potrò a la Tua illustre Signoria, trasferendomi mai a lei, perché da lui ancora de molte cose sono per la veritá, presenti molti, informato. Vedendose, illustre principe signor mio, don Ateon piangere, ed essendoli abiuto compassione, per essere pur religioso e de qualche ornamento de virtute, li fue decto dal protonotario e da molti altri ch’el non era don Baptista fusse resuscitato, ma che era suo fratello, frate de Monte Oliveto,* che l’aveano facto ivi venire per una baia, perché non se cognosce del volto l’uno da l’altro: in modo remase confortato. Pur ultimamente, non essendo in tutto fuori dell’intellecto, cognobbe la sua vergogna. La quale giá cum riso essendo per la citate lín a li fiinzulli nota, adimandò licenzia a madonna; e quella cum dolce offerte concedendo, se è partito del palazo Bentivoglio e de la citate. Ma la prudentissima e liberale madonna li ha usata de le substanzie di lei laudabile munifícenzia de alquanti ducati, e tutto quello li fece restituire che, per la vana alegreza de’ benefíci, magnificamente donato avea, cum absoluzione de tutti li promissi doni. Ché certo, munificentissimo signor marchese, questa erogazione e liberalitá de don Ateon è tanto de laude degna, che è satisfactoria a la vergogna del receputo scorno. Cosi meritamente, a memoria del suo nome, questa facezia, destinata cum affezione a Tud Excellenzia, Aieonia nominaremo sempre, incominciando questo estuante giorno vinti e tri de iulio, in li anni de la salute mcccclxxxxiii.