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e siderio virilitá, La principe quarta, è de de degli cioè li Venere, onori, la altri gioventú, gloria perché, pianeti, e è essendo dignitate. incita del Sole, la lei natura La el el quale, quinta proprio de essendo l’omo etá, calore cioè al duce che de- la accende etade a procreare gli animanti figliuoli, a coire accioché insieme, doppo excita lui resti Tomo qualche in quella iraagine vechiezza, per memoria è de Mercurio, di sé nel perché, mondo. essendo La sexta lui etatc, interpetre cioè la de prima love e degli altri dèi e de natura calida e astuta, cussi fa Tomo in quella etale, eh’è il principio de la vechiezza, prudente, acorto c ingenioso. La septima ed ultima etade è tribuita a la Luna, perché, essendo epsa piú fredda degli altri pianeti, fa l’uomo in quella etade, che è Tultima vechiezza, nominata * senio», piú umido, piú freddo e piú sterile; come Diana, la quale, essendo piú vicina a la terra de tutte l’altre stelle, è piú sottoposta al transito e a lo occaso. Né altro è a dire vechiezza, se non occaso de la vita. Ma queste sono tutte opinione de filosofi, a le quale opponendose in molte parte la nostra catolica e intemerata fede, la militante Chiesia cristiana vòle e tene che l’anime sieno da Dio in uno acto e momento create insiememente e infuse in li nostri corpi, né altro che lui avere in ciò arbitrio o potestá. Questa anima, dunque, è la piú infima de tutte le nature spirituale, le quale «angeli» appellemo, perché quilli angeli, li quali in nove ordini e tre gerarchie se disiingueno, sono de natura immutabile, e in tal modo, che, dove una volta inchinano la voluntade o sia bona o sia cativa, mai piú de quella partire se ponno. E imperò né gli angeli boni dal bene, né li calivi dal male se possono seperare. .Ma l’anima nostra, quando sia congiunta dal male al al corpo, bene, è e ^mutabile da’ vizi a e le flexibile, virtute e e dal da le bene virtute al male ai vizi e se piega. Ma piú facilmente cade nel vizio, perché ha da sé sola potenzia de far quello; piú difficilmente fa il bene, perché quello senza il divino aiuto non se può fare. Ed, essendo separata dal corpo, remane inflexibile, onde, partendose essa dal suo mortai velo applicata e congiunta al bene, cusi in quel felice stato resta; e similmente, col male partendose, cum quello la misera