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Respose lo eretico; — Noi sapendo voi di certo, io non so quello me debba respondere. — Alora el Malacarne: — In bona ora! tu parli bene. Ma intendi che cum questi cinque pani erano dui j>essi: che ne credi tu mò? — Rispose Io eretico: — Io credo ogni cosa, se li pani erano de mille stara de grano l’uno, e li pessi balene. — A cui el Malacarne: — Né ancora io el credo. — E, dentro di sé morendo delle risa, dixe: — Or altro: questo basta per ora, ché ben me maravigliava fusti in mancamento alcuno. E per questo détte de bona voglia, ché tu serai presto liberato, perché tu me pari uno uomo dabene. — E, cum queste parole partitose da lui, tornò dal suo signore cardinale e dixe: — Monsignore mio reverendissimo, io ho examinato quello uomo accusato de eresia cum quella piú diligenzia che m’è stato possibile. — Ben! — dixe el cardinale — che te ne pare? — A cui el Malacarne: — Monsignore, el me pare uno uomo dabene e un buon cristiano, e veramente crede proprio quello che credo io, e parme li sia facto torto ad essere tenuto H. — El cardinale, ridendo forte per la faceta natura del Malacarne, dixe: — Per mia fede, el debbe essere uno uomo da bene, se come tu proprio crede! — E, vedendo el Malacarne ch’el suo signor aveva in quella ora l’animo e il core lieto, respose: —Voi voleti pur verificare quello ch’io dixi ieri, cioè che lob cum la Vostra Signoria averebbe la pazienzia perduta, ché certo quello, che diceti eretico, e io, cura emendazione, meglio di voi e del papa crediamo. — E, multiplicando in queste parole, accompagnate da molle risa, doppo alcuni giorni fu conclusa la liberazione de l’incarcerato eretico. Il quale partito da Roma, il Malacarne narrò al suo signore in che modo lo aveva examinato e le resposte e ’l tutto de la cosa; di che ne ebbe tanto solazzo la Sua Signoria, che non se possette contenere noi dicesse in concistoro. Donde el papa cum li suoi fratelli cardinali ne riseno in tal modo, che ancora se ne ride. Del che, come iusto e sanctissimo pastore, ne dimandò perdono a Dio e fece reprendere el piacevole Malacarne, facendoli intendere che li miraculosi effecti del nostro Re superno non se doveano se non cum diva gloria e summa reverenzia recordare.