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NOVELLA IV

tJno causidico bolognese dá uno pugno sopra el viso ad un altro al tribunnle del podestá, ed essendo caduto in pena, e quella volendo pagare, non se trova adosso se non moneta d’oro; la quale pagando, dá presto un altro pugno al procuratore, e vassene libero e assoluto.

EI me recorda avere audito da persone di fede e d’auctoritá, reverendo clarissinio conte, mio optimo benefactore e compatre e voi altre dignissime persone, che, essendo la nostra cita tutta al Stato de la Chiesia sugetta, fu uno doctissimo causidico nostro citadino de la clarissima famiglia de Castello, nominato misser Dionisio, uomo de grandissimo ingegno e animo e de doctrina prestantissimo, adoperato assai in cose grave e ponderose in benefício de la nostra republica per conservazione della sua libertá, a cui, come vero p<ntricío, adusse grandissimi onori, commodi e utilitá. El quale cum un altro causidico, del cui nome per ora non me ricordo, che difendeva un suo attinente convenuto da la generosa memoria de madonna Margarita de misser Piero di Guidotti, cavaliero nobilissimo, consorte de la magnifica recordazione de lo illustre signor Zoanne di Benlivogli, de la quale era procurator epso misser Dionisio, agitandosi questa causa denanti a misser Nicoluzzo di Picolomini senese, alora de la nostra citá degno pretore, un giorno usando (come spesso intraviene a questi procuratori l’uno a l’altro mortale) parole in favore de la rasone de’ loro principali, in fine detraendo el procuratore ignoto l’onore del procuratore Castellese, li accese in tal modo el core de sdegno e d’ira, che subito, stringendo í denti, dede uno fiero pugno sopra il viso del causidico ignoto. Il quale acto il podestá vedendo, c quello assai indiscreto reputando, represe cum parole agre il procuratore Castellese, minaciandolo fieramente e dicendoli che era caduto in pena grande.