Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/268

rasonarono. maravigliandose singularrnente de l’astuzia del giovene; e io sopra tutto, che tuttavia meco ne stupisco e smemoro, avendolo visto si callidamente fingere la cosa, che, non che il medico, che invero non è troppo de sutil maglia, ma averebbe Avicenna preso a quella rete, mostrando lui propriamente d’aspro dolore morire. La qual cosa poi e ogni suo piacevole accidente intendendo el magnifico misser Zoanne, e non senza grandissime risa, come savio e discreto, il solacevole giovene cum agre parole de aucloritá reverende non poco represe, temendo ch’el medico non se biasimasse de lui, e maximamente essendo stato quello facto in casa sua, solamente ivi ad onesti piaceri e triunfi dedicata e a recevere e onorare affabilmente altrui. Ma il giovene respondendo che per Dio li perdonasse, perché tutto quello era seguito per dare a sé e a la brigata qualche piacere, rechedendolo el luoco e il tempo dove erano cum la leticia de’ loro animi, e ogni omo questo confirmando: — L’è vero! l’è vero! signor cavaliero, — gridarono festevolmente: — Sega, Sega, victorioso nome de Bentivogli! — E cum questo, tornati tutti in compagnia ad ucellare, non senza dolce recordo de la faceta novella el tempo trapassarono. De la quale a le volte ancora a Bologna, trovandose insieme, dolcemente ne favellano, e credo favellarassene sempre. Veramente, Ercule duca glorioso, il narrato accidente fu de tanto piacere e solazo a la nobilissima compagnia, quanto pochi altri fina a quella ora recitati, maximamente perché erano H molti che ardevano sajíere il nome del medico e del giovene. E per questo, nominando or uno or uno altro e talvolta acostandose al segno, il discreto narratore vòlse mai per niente manifestare né confirmare alcuno, si che ancora la Tua ducal Excellenzia, signore mio caro, noi può per me sapere. Posto dunque fine al dimandare e al piacevole riso e al dolce parlare de l’audita novella, misser Bartolomeo di Banci (famiglia de sanctitá illustrata per opera de la diva luliana, che fu de la banzia nazione), canonico coustituito nel tempio di colui, che per sua gloriosa intercessione, negli anni de la cristiana salute