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NOVELLA XLII

Maestro Nicolao da Massa, medico, dicto Portantino, compra uno porco, il quale gli è furato da certi scolari. Il medico se ne lamenta; il podestá manda la famiglia a casa de li scolari a cercarlo; il quale trovano a ledo, e, dettoli essere uno amalato di peste, la famiglia fuga e il porco a damilo del medico da li scolari è golduto. Clarissimo conte, gentilomini graziosi e voi altre bellissime e savie donne, le Vostre Magnificenzie debbeno sapere che nel Studio nostro di Siena furono, poco tempo fa, quatro nobili e piacevoli scolari, nominati l’uno misser Antonio da Cita de Castello, clerico canonista, l’altro misser Giovanni da Sancto Gimignano, iurista, el terzo maestro Antonio di Paulo de Valdarno da Arezo, studente in l’arte, quarto ed ultimo maestro Michele di Cosimo Arrelino, de li conti di Palazolo, artista, giovene in quel tempo molto piacevole, cognominato el Bacica, il quale, ancora che al presente sia doctore egregio nel Studio de Bologna e de piú anni, gravitá e virtú, nondimeno, non essendo degenerante de la sua nobile fantasia, non se dimentica, cum sua laude e cum gran benivolenzia de tutto el populo di quela citade, li dulcissimi edecti de la sua gentil natura. Ma, per brevitá lassando al presente da canto la virtú sua, per se stessa, come sapete, laudatissima, sequitaremo el piacevole effecto del nostro tema. Epsi scolari adunque dimorando per stanzia in casa de misser Francesco da Urbino, allora rector del Studio de li artisti de Siena, presso la qual casa stava uno medico tanto docto, che, a gloria sua, credendo superare Avicenna e Galieno, era ignorantissimo, il cui nome fu maestro Nicolao da Massa, ma per altro decto el Portantino, perché andava portante; costui, essendo de febraro presso carnesale, comprò uno porco, il quale facto amazare, sei fece portar a casa e apicarlo ad uno legno, per tenerlo quatro o cinque di, avanti lo facesse salare, come