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del quale non volendo impazarse, forse darebbe a lui qualche via de presto sanarla. Inteso dunque questo la donna, per piú commoditá dixe che la domenica sequente andarebbe in la centrata de li Agresti, a casa de una sua coinatre, e pregò Nestor ch’el distinato di, una cum misser Piero Goso, dovessono ad una certa ora passare li; dove, essendo lei a l’uscio, fingendo Nestor essere suo compatre, el chiamerebbe, e, cosí apropinquati, domesticamente intrarebbe in parole cum loro, senza suspecto de persona, e parlarebbono de questa materia diffusamente. Dato dunque cussi l’ordine e presa licenzia, se partirono. Il che narrato incontinente per Nestor a misser Piero e a me, demo ordine de ciò che se avea a fare per medicare le fature de la donna e l’amore de Nestor. Il quale, una cum misser Piero Goso, passando l’ordinato giorno (che fu la domenica de le palme) da casa de la comatre, fu chiamato da lei per nome de compatre; a la quale cum misser Piero revoltosi, ne andò. E, come se dieci anni fossero che veduti non se avessono, tocatose le mano, amorevolmente se salutarono. E, intrati in diversi ragionamenti che durorno circa meza ora, vedendo la comatre de la donna la domestichezza del parlare loro ed essendo l’ora de provedere la cena, ve andò, lassando loro tre insieme. Or, parendo a la donna tempo de poterli liberamente parlare, se volse a misser Piero e dixe: — Benché, misser mio, fra noi non sia stato alcuna familiaritá, non è però non ve abia sempre amato per la fama delle vostre virtú e avuto in reverenzia per la fraternitá è fra voi e Nestor, da me amato quanto me istessa: dove a securtá ve ho facto venire in questo loco per domandarve aiuto e consiglio circa la mia infirmitá, quale so che avete inteso da Nestor, sperando per umanitá vostra consequire da vui ogni mio desiderio. Per il che, quanto piú so e posso, me ve recommando, che (de quanto le mie debile*facoltá comportaráno) non ve sarò giamai ingrata. — A cui messer Piero respondendo, dixe: — In veritá, madonna, io voria voluntiera avere avuto di vui e del vostro accidente prima che ora cognizione, per l’amore portate a Nestore nostro e fede avete in me, ché, senza avere avuto rispecto né timore de inquisitore e d’altra persona. S. DEGÙ Ari ENTI, Le Porretane, IO