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andò a lei, expectando d’avere del suo amore qualche agra reprensione. A cui dixe la donna: — Nestore mio, la fede e speranza ho in voi, e la cognosciuta benivolenzia vostra verso tutta casa mia m’ha prestato ardire chiamarvi e farvi intendere una mia grandissima infirmitá, la cui liberazione spero per vostra virtú e umanitá consequire. — Questo parlar parendo a Nestore non tendere al dispiacevole fine credea, cominciò reavere li vergognosi spiriti e, cum piú lieto viso che poco inanti, ascoltare quello volesse la donna dire. La quale sequitando dicea: — Nestore mio, essendo io giovene de circa anni deceotto e assai formosa, da li mei parenti fui maritata; di che, o per invidia de alcuna altra donna, del mio marito forsi inamorata, overo per altra casone, io fui, non so da cui, per disgrazia mia crudelmente aflaturata,econducta a la casa del mio dilecto marito e nel coniugai lecto cum epso colocata. Suspinta e stimolata dal grandissimo tormento delle fature, incominciai a gridare e dolerme come anima cruciata, in modo che tra pochi giorni, perdendo le forze naturale e ogni mio colore, pareva una cosa morta. Il che dolorosamente al caro mio marito, di me pietoso, dolendo, incominciò cum ogni diligenzia ed expesa procurare la mia salute. Dove, doppo molte medicine e incantacioni factome da varie persone laiche e religiose, le quale o poco overo niuno giovamento me fecero, accadde eh’essendo questa cosa divulgata e pervenuta giá a noticia de uno doctissimo frate de sancto Domenico, uomo in simile cose experto (e questo forsi oltra la sua dottrina, per esser piú volte stato inquisitore delli ribelli ed eretici de la nostra fede), trovò un giorno mio marito, dal quale ogni mio accidente inteso, se offerse per caritá liberarme. Venuto dunque epso con un altro suo fraticello e col mio marito a casa nostra, e qui inteso la infírmitá e accidenti mei e il modo avea tenuto altri a volerme liberare, me fece alora pigliare nelle brazza al mio marito, e, aprendo uno libro che seco portato avea, me se fece alquanto sopra, e, col police de la sua dextra mano facendome nel fronte el segno della croce e alcuni suffumigi de corame vechio e de f>enne e de cose rendente odore teterrimo, me condusse in tanta furia e dolore e